lunedì, novembre 10, 2008

Corleone. Il ministro dell'interno Roberto Maroni: "Stiamo col fiato sul collo ai mafiosi"

CORLEONE (PALERMO) 10 Nov - «Spero parta da qui la riscossa delle coscienze per arrivare all'obiettivo finale che è quello di sconfiggere definitivamente la mafia per restituire questa magnifica terra a cittadini onesti», ha detto il ministro dell'interno, Roberto Maroni, inaugurando un agriturismo a Corleone (Palermo), realizzato dal “Consorzio Sviluppo e Legalità”, attraverso il recupero di due casolari confiscati al boss Totò Riina. Si tratta di venticinque ettari di terreno, dove sorge un ristorante da 90 coperti, con un annesso spazio per la vendita di prodotti aziendali e un'unità destinata ad alloggi. L'effettivo inizio dell'attività dell'agriturismo "Terre di Corleone" avverrà all'inizio del 2009, dopo che saranno espletati tutti gli obblighi burocratici per la concessione definitiva del terreno. La sua apertura rappresenterà una opportunità per i giovani della coop “Pio la Torre”. Alcuni di essi, infatti, verranno utilizzati per occuperanno delle cucine, dei servizi e della gestione delle strutture. All'interno dell'agriturismo ci saranno anche un parco giochi, un campo di bocce e di calcetto, in erba naturale. La cooperativa “Pio La Torre” si è costituita il 22 giugno 2007 ed è composta da 12 soci lavoratori tra agronomi, potatori, braccianti agricoli e trattoristi. «Dai sindaci siciliani ho percepito oggi più coraggio e determinazione rispetto a quando li incontrai per la prima volta 14 anni fa da ministro dell'interno», ha sottolineato Maroni. «In passato, ha spiegato il ministro, si respirava la pressione della mafia e la richiesta dei sindaci allo Stato era solo quella di aiutarli a mettere in galere questi mostri. Era la richiesta di chi si sentiva impotente di fronte a questa tragedia. Ora ho sentito un atteggiamento diverso, di grande coraggio e determinazione: la richiesta non è “aiutami perché io non ce la faccio”, ma “aiutami a combattere insieme a tè". "Stiamo - ha concluso - col fiato sul collo ai mafiosi, che sentono restringersi sempre di più gli spazi di movimento». (10.11.08)
FOTO. Roberto Maroni

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